Fede parla di… è la nuova rubrica di Diari Toscani che parte oggi e che proverà a vedere il mondo con gli occhi di un ventenne. Federico Cei è uno studente universitario di Scienze Politiche con la passione per il giornalismo. Diari Toscani, che ha da sempre una particolare attenzione per la voce dei giovani, non poteva non cogliere l’occasione di ospitare le sue riflessioni, le sue proposte e le sue ricerche. Un nuovo, interessante, passeggero a bordo per il viaggio di Diari Toscani che allarga sempre di più i suoi orizzonti. Benvenuto Fede!
Negli ultimi anni, i social media hanno assunto un ruolo centrale nelle dinamiche relazionali, specialmente tra i giovanissimi. A spartirsi la piazza, piattaforme come Facebook, Instagram e TikTok, che offrono opportunità senza precedenti per comunicare e condividere contenuti. Tuttavia, l’iperconnessione solleva numerosi interrogativi sul suo impatto reale: favorisce davvero la socializzazione o, paradossalmente, contribuisce all’isolamento? I social media rappresentano un mezzo efficace per mantenere rapporti a distanza, favorire il networking e creare comunità virtuali fondate su interessi condivisi. Essi consentono di superare barriere geografiche e temporali, agevolando interazioni che diversamente risulterebbero impossibili. Per molti giovani, in particolare, la comunicazione digitale rappresenta una forma di espressione ormai vitale, oltre che un potente strumento di integrazione sociale. Nonostante i benefici resi dai social media, ci siamo mai chiesti se siano davvero indispensabili le circa sei ore e quaranta minuti che, secondo il rapporto “Digital2024” di WeAreSocial, trascorriamo in media ogni giorno online? L’utilizzo intensivo di tali piattaforme ha portato a una riduzione delle interazioni vis-à-vis. Per molti individui, l’uso incondizionato di tali piattaforme diventa routine, portando inconsapevolmente a sacrificare dinamiche sociali fondamentali per una vita salubre ed equilibrata. Tanto che anche in Italia, il fenomeno degli “Hikikomori” – individui che si isolano dalla società, mantenendo solo la connessione virtuale- è tragicamente aumentato, specialmente nella fascia d’età più vulnerabile, quella dei teenagers. Numerose ricerche evidenziano infatti, la correlazione tra un uso prolungato dei social media e disturbi psicologici come ansia, depressione e insonnia. La tendenza al confronto con vite idealizzate e costruite minuziosamente dagli influencers, genera frustrazione e insicurezza, trai ragazzi, alimentando un profondo un senso di inadeguatezza. Ad accentuare lo stato di crisi, il fenomeno del “doomscrolling” – la navigazione compulsiva di contenuti negativi – noto per incidere negativamente sulla stabilità emotiva. Affinché i social possano rappresentare un valore aggiunto e non diventino fautori di un mondo distopico, è, quindi, fondamentale promuovere un utilizzo più consapevole e moderato. Alcune strategie utili includono il regolamentare il tempo trascorso online, favorendo attività che incentivino il contatto umano, o la promozione di un’educazione digitale critica che permetta di distinguere tra contenuti autentici e manipolati o, ancora l’incentivare le comunicazoni interpersonali dirette attraverso la valorizzazione delle relazioni “offline” distaccandosi dalla tecnologia. L’influenza dei social media sulle relazioni sociali è un tema divisivo e sfaccettato. Sebbene offrano straordinarie possibilità di connessione, il loro utilizzo smodato può compromettere irreparabilmente lo sviluppo personale dei ragazzi. La sfida attuale consiste nel trovare un equilibrio tra il mondo digitale e quello “reale”, affinché la tecnologia rimanga un supporto alla socializzazione e non un ostacolo da abbattere.