prima parte
Rosetta Savelli, non le nego che prima del nostro incontro sono andata a curiosare per sapere qualcosa di più su tutto ciò che lei fa, e da questo nasce la prima domanda: quanto è importante la curiosità?
La curiosità ti porta sempre a essere aggiornato, essere curiosi di tutte le novità, che siano esse in meglio o in peggio, è quello che ti tiene presente nelle giornate che vivi. Se rimani ancorato al passato invecchi.
Anche se il passato, a mio avviso, è l’humus sul quale poi cresce la curiosità. Ognuno di noi è fatto di “passato”, non soltanto nostro, ma anche di coloro che sono venuti prima di noi…
Assolutamente, guai a buttarlo via! È fondamentale incamerarlo, assorbirlo, farlo proprio, ma non come una verità assoluta, bensì come bagaglio di conoscenze per poi guardare avanti. Un esempio, la musica, io non suono e non canto, ma è una mia grande passione, scrivo anche qualche critica musicale, e ho collaborato con il MEI di Faenza nella Giuria del Premio dei Premi indetto dal giornalista musicale Enrico Deregibus.
Come è il suo rapporto con la scrittura?
Mi viene da scrivere in un modo assolutamente spontaneo, quando ne sento l’urgenza devo scrivere, ed è la scrittura che mi accompagna nelle varie espressioni, amo chiamarle così anziché discipline, dalla musica, al cinema e, prevalentemente, alla pittura. È la scrittura che mi porta a conoscere delle persone, a incuriosirmi di quello che fanno e a scrivere di loro, questo mi consente di ampliare i miei orizzonti. La curiosità è il motore per andare avanti e continuare a crescere. Se lei pensa ai musicisti come Laura Pausini, che io seguo… sa che è nata e cresciuta a mezz’ora da casa mia? È una romagnola doc ed è una cantautrice che riscuote successi mondiali, fa una musica “pop”, mentre, le nuove generazioni, pur facendo un genere a cui non mi sentirei di dare un premio, mi incuriosiscono per come si esprimono, anche se tante volte lo fanno in modo aggressivo. Quello che è interessante, soprattutto è che riescono a trascinare folle di giovani, di ragazzini, cioè le nuove generazioni. Tornando alla sua domanda: la curiosità serve anche a rimanere al passo con le giornate che sono frenetiche e che cambiano subito, molto velocemente.
Per restare in tema di quanto ha appena affermato: l’informazione è diversa rispetto anche al passato recente, c’è immediatezza nella comunicazione così come nell’informazione. Nel bene e nel male, anche se talvolta certe notizie andrebbero fatte decantare per elaborarle.
Sa cosa non è passato di moda? Il codice deontologico, cioè una certa morale che uno mette, che è esattamente ciò che ha detto lei adesso. Oggi è tutto lecito e invece no: ci sono criteri di estetica e di morale che andrebbero rispettati. Non li considero vecchi valori, ma necessari.

A proposito di comunicazione e informazione, lei collabora con alcune riviste …
Scrivo molto e collaboro con molteplici riviste, sia cartacee, come il Juliet Art Magazine, il cui direttore è Roberto Vidali, con sede a Muggia-Trieste, e per il quale mi occupo di interviste o scrivo di artisti o esposizioni. Scrivo anche per alcune riviste on line, molte delle quali straniere. L’aspetto positivo della comunicazione tecnologica è che permette una grande libertà e facilità di contatti. Per esempio: ho intervistato Roberto Garay, foto XX un regista argentino che mi ha invitato all’ambasciata argentina a Roma quando ha presentato il suo libro, e si trattava di una conoscenza fatta grazie al web. Infine ho scritto anche per l’Accademia Scrittori italo australiana a Melbourne, alla quale partecipano autori da tutto il mondo ed è gestita da Giovanna Li Volti Guizzardi, fondatrice e Presidente di A.L.I.A.S. L’intento dell’Accademia è quello di conservare la lingua italiana perché le nuove generazioni a Melbourne parlerebbero solo l’inglese. Ho ricevuto per due anni consecutivi un premio, sia per la prosa che per la poesia.

Lei ha partecipato anche a un contest…
Sì, perché mi piace scrivere di vari argomenti, e partecipare a questo contest, non le nego, mi ha fatto sentire orgogliosa, in quanto ero la più grande dei partecipanti, molti dei quali avevano l’età dei miei figli. In questo contest dovevamo promuovere la rete di alta tecnologia nell’Emilia Romagna, ART-ER. A Bologna c’è il CNR che è un centro altamente specializzato. Ai partecipanti era richiesto di scrivere un testo per promuovere la ricerca. Ho vinto con un articolo che poi ho avuto l’idea di mandare a Luca Parmitano che in quell’anno era nello spazio, e come saprà nello spazio fanno ricerca. Parmitano è stato il primo astronauta italiano a effettuare un’attività extraveicolare nel 2013 e successivamente a comandare la ISS nel 2019. Grazie a tutte le riviste sulle quali scrivo, quel pezzo è stato tradotto ed è andato in tutto il mondo.
La scrittura, secondo lei, è una forma d’arte?
Può esserlo: è la forma d’arte meno visibile, nel senso che la musica, la pittura e la scultura hanno un’immediatezza visiva, uditiva. La scrittura è più impegnativa, devi andarla a cercare, devi volerla incontrare.
Quindi possiamo dire che la scrittura è una forma d’arte introspettiva?
Sì, e il primo percorso introspettivo è quello personale, per poi seguire chi ti invita a praticare quel percorso, ma prima di tutto è fondamentale entrare dentro te stesso, in questo senso la scrittura è un po’ in contrasto con la velocità della comunicazione via web. Parlavamo prima dei pro e contro, vantaggi e svantaggi della comunicazione del web, che ti porta ad assumere e avere un giudizio e una conoscenza più superficiale, nella quale, tuttavia, vince l’immediatezza. Per quanto riguarda la scrittura, invece, se si vuole coglierne la bellezza per arrivare a considerarla arte, perché lo è, devi avere voglia di fare “fatica” e intraprendere quel “viaggio”, che è come una visita nei sotterranei, non è alla luce del sole. Un racconto, una storia ben scritta ti invita ad andare più a fondo.
continua…