Il Museo del Marmo, chiuso da vari anni, sarà ristrutturato e riaperto al pubblico: una bella notizia che mi riempie di gioia. Era ora. Quello che ancora non so è se si parlerà di me e delle strade ferrate che ho percorso per quasi un secolo trasportando marmo dai monti al mare. Non sono una narcisista, ma un museo è fatto per raccontare la storia e in quella storia io ha una parte preponderante: non mettermi in primo piano sarebbe un errore imperdonabile. Osservate il mio sereno e sbuffante correre sui binari delle cave. In attesa degli eventi, mi appresto a proporre un viaggio che ha il sapore delle favole, lungo il tracciato dell’antica Ferrovia Marmifera intorno alle cave di Carrara. Lungo un percorso di 22 chilometri troviamo 16 ponti e 15 gallerie, un’opera grandiosa per i tempi e i mezzi tecnici a disposizione. Iniziai la mia attività nel 1876 e la terminai nel 1964, sostituita dai camion, più adatti, veloci e meno costosi, ma più funzionali all’asportazione del marmo dai monti di Carrara. Negli anni Trenta del Novecento possedevo otto locomotive a vapore e 234 carri. Nel 1960 fui omaggiata con tre locomotive diesel.

Partiamo da Carrara e proseguiamo per il borgo di Torano: dopo averlo superato ci inoltriamo nei grandi canali di uno dei bacini più importanti di Carrara. Salendo, dopo aver superato i bacini di Bettogli e Piastra, arriviamo alla stazione di Ravaccione 455 m etri (cave di Ravaccione, Verdichiara e Torrione), imbocchiamo la galleria del monte Torrione lunga 1125 metri per accedere alla stazione di Fantiscritti 420 metri (cave di Carbonera, Fantiscritti, Canal Grande, Campanili), da qui percorrendo una galleria di 930 metri, scavata nella pancia di monte Novella, si giunge alla stazione di Tarnone 380 metri (cave di Fossacava, Carbonera, Gioia, Calaggio, Colonnata). Proseguiamo il nostro fantastico viaggio per scendere, attraverso la galleria Vara Lunga 226 metri, ai famosi e spettacolari Ponti di Vara, costruiti ad una altezza di 40 metri dal piano stradale. Dobbiamo percorrere la lunga galleria di monte Croce per arrivare alla stazione di Miseglia Superiore e successivamente a quella di Torano.

Da qui torniamo in direzione della stazione di Miseglia Inferiore, dopo aver superato le gallerie di San Giuseppe (72 metri) e di Miseglia Inferiore (87 metri). A questo punto cambiamo direzione e scendiamo decisamente verso Carrara. Attraversiamo la galleria di Vezzala (32 metri) e il caratteristico Ponte di Ferro altezza 20 metri per 130 di lunghezza, tutt’ora esistente. Siamo alla stazione di Monterosso sede amministrativa della ferrovia, non più esistente. A Carrara l’ultima sosta è la stazione di San Martino, poi la ferrovia scende direttamente, dopo aver attraversato vari ponti, fra cui quello più importante di Anderlino, all’ultimo approdo, lo scalo marittimo attrezzato con binari e paranchi per caricare il marmo sui velieri in attesa, nel porto di Marina di Carrara.

Il viaggio è terminato, spero sia stato soddisfacente per tutti. Certo, fare questo percorso sopra una locomotiva è tutta un’altra storia. Tuttavia, non smetto di pensare che un giorno questo sarà possibile, per la gioia di tutti, ma anche di coloro che oltre un secolo fa pensarono a questa opera ciclopica e poi la realizzarono.
Un affettuoso saluto a tutti dalla Ferrovia Marmifera delle cave di Carrara.