Ci sono persone che nascono con l’arte che scorre nelle vene. Tra gli eletti, si può, certamente, annoverare Monica Vitti. Maria Luisa Ceciarelli, questo era il suo vero nome, nacque a Roma il 3 novembre 1931. A causa del lavoro di suo padre Angelo, visse a Messina per otto anni. In quel periodo venne soprannominata, per via della sua poca sopportazione del freddo, dai suoi famigliari “setti vistini”. Sette sottane, che sarebbe poi diventato il titolo del suo romanzo autobiografico. Dopo Messina la famiglia Ceciarelli si traferì a Napoli e in quegli anni difficili di guerra e bombardamenti, la futura attrice scoprì la passione per il teatro. Nei ricoveri antiaerei, insieme a suo fratello Giorgio, mise in scena degli spettacoli di burattini. Finita la guerra i Ceciarelli si trasferirono a Roma e Maria Luisa entrò in teatro: aveva 14 anni. Nel 1953 Maria Luisa Ceciarelli si diplomò all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, diretta da Silvio D’Amico. Dopo il diploma iniziò a recitare, in particolar modo Shakespeare e Moliere, dimostrando la sua versatilità interpretativa. L’incontro con Sergio Tofano e gli allestimenti di Bonaventura, furono determinanti per Maria Luisa Ceciarelli. Infatti Tofano le consigliò di adottare un nome d’arte. Decise di prendere la metà del cognome di sua madre che si chiamava Vittiglia e il nome di Monica da un romanzo che aveva appena letto, era nata Monica Vitti. Nel 1955 interpretò Mariana ne l’Avaro di Moliere, l’anno seguente ottenne il ruolo di Ofelia in Amleto di Riccardo Bacchelli. Per Monica Vitti si aprì la strada del cinema e recitò in qualche piccolo ruolo di commedie brillanti. Venne notata di Michelangelo Antonioni, che si innamorò di lei artisticamente e sentimentalmente. Monica Vitti divenne la musa e protagonista della tetralogia dell’incomunicabilità di Antonioni. Interpretò Claudia nel film, L’avventura del 1960, la tentatrice Valentina nella Notte del 1961, la misteriosa Vittoria nella pellicola L’eclisse del 1962 e la nevrotica Giuliana in Deserto rosso del 1964. Grazie alla sua voce unica e graffiante, Monica Vitti fu anche doppiatrice. Diede la voce al personaggio di Ascenza in Accattone di Pasolini, quella di Rossana Rory nei Soliti Ignoti di Monicelli. Fu proprio Mario Monicelli a proporle il ruolo di Assunta Patanè nella commedia: La ragazza con la pistola, correva l’anno 1968. In quegli anni recitò anche con Tinto Brass in Disco volante, Luciano Salce in Ti ho sposato per allegria e Pasquale Festa Campanile nel film, La cintura di castità. Monica Vitti confermò il suo talento brillante durante gli anni settanta dello scorso secolo. Alla fine degli anni ’60 iniziò il sodalizio artistico con Alberto Sordi e la serie di film girati insieme appartenenti al genere della “commedia all’italiana”: Amore mio aiutami, Polvere di stelle e nel 1982 Io so che tu sai che io so, un film sulla difficoltà dei rapporti di coppia. Nel 1970 recitò in Dramma della gelosia (tutti i particolari in cronaca), di Ettore Scola, nella pellicola, Gli ordini sono ordini del 1972, diretta da Franco Giraldi e La Tosca di Luigi Magni nel 1973. Furono gli anni delle apparizioni televisive. Nel 1974 Monica Vitti si esibì, insieme a Raffaella Carrà e Mina nel varietà Milleluci, cantando e ballando, citando il suo personaggio di Ninì Tirabusciò. Alla fine degli anni settanta, Monica Vitti tornò in televisione per recitare nella commedia di Eduardo De Filippo, Il cilindro. Monica Vitti fu diretta nuovamente da Michelangelo Antonioni nel film, Il mistero di Oberwald del 1980.. Nel 1983 incontrò Roberto Russo che la diresse nella pellicola Flirt. Il sodalizio artistico divenne sentimentale e i due divennero coppia fissa. Sempre Russo diresse Monica Vitti in Francesca è mia del 1986. Furono gli anni del ritorno della Vitti a teatro. Recitò in La strana coppia del 1987 e Prima pagina del 1988. Sempre nel 1988 avvenne un curioso episodio. Le Monde, il quotidiano francese commise una gaffe alquanto clamorosa, pubblicò in prima pagina la notizia della morte di Monica Vitti, avvenuta per suicidio con barbiturici. L’attrice, con eleganza e senso dell’umorismo romano, smentì la notizia e ringraziò Le Monde di averle allungato la vita. Nel 1990 Monica Vitti esordì nella regia in un film da lei scritto e interpretato, Scandalo segreto. Si tratta di una pellicola che in qualche modo anticipava il pericolo dei video rubati e la rottura dei rapporti amorosi. La sua ultima apparizione sugli schermi avvenne nel 1992, quando recitò nella miniserie TV, Ma tu mi vuoi bene? insieme a Johnny Dorelli. Nel 1995 ricevette il Leone d’oro alla carriera, alla Mostra del cinema di Venezia. Dopo aver preso parte ai festeggiamenti per gli ottant’anni di Alberto Sordi, Monica Vitti scomparve dalle scene e scoprì di soffrire della demenza da corpi di Lewy, una malattia degenerativa del tessuto celebrale, era il 2000. Nello stesso anno sposò il suo compagno Roberto Russo. Monica Vitti apparve per l’ultima volta in pubblico nel 2002 alla prima teatrale italiana di Notre-Dame de Paris al Gran Teatro di Roma. Da quel momento si rincorsero mille voci sul destino della grande attrice e Roberto Russo ruppe il silenzio nel 2016 per chiarire che Monica Vitti viveva nella loro casa, accudita da lui stesso e da una badante. Monica Vitti morì il 2 febbraio del 2022, poco dopo aver compiuto 90 anni. Riposa nel cimitero del Verano di Roma. Monica Vitti è stata una grande attrice che ha saputo incarnare le mille sfumature delle donne e che ha ispirato decine di colleghe che le devono molto.
Monica Vitti: la predestinata
