Hanno fatto la storia della marineria a vela e del commercio marittimo del marmo soprattutto a fine ‘800, anche se molti, purtroppo, non lo ricordano. In meno di un secolo hanno lasciato un segno indelebile nella crescita e nello sviluppo di Marina di Carrara e delle sue relazioni con il mondo. Stiamo parlando dei navicelli apuani.Questi cabotieri, dall’inconfondibile velatura, ormai scomparsi, hanno rappresentato un’insostituibile spina dorsale nella rivoluzione industriale carrarese e nel conseguente commercio marittimo del marmo. Per parlare della genesi e delle caratteristiche di queste imbarcazioni, nonché delle loro analogie con altri cabotieri, il professor Werther Bertoloni, marinello purosangue, che ha di recente pubblicato un saggio avente come titolo “‘l naviced”, ha tenuto giovedì 24 ottobre una conferenza all’Istituto Nautico “Fiorillo” di fronte alle classi terza, quarta e quinta articolate dell’Istituto Nautico “Fiorillo” di Marina di Carrara.

La sua relazione è stata integrata dall’intervento del professor Riccardo Canesi (SOS Geografia) che ha illustrato la genesi della marineria apuana, la storia delle grandi famiglie imprenditoriali e dei loro commerci.Dall’incontro sono scaturite alcune proposte formulate e accolte con entusiasmo dai ragazzi quali:
– La creazione di un luogo fisico, a Marina di Carrara, che racconti, con l’ausilio anche delle moderne tecnologie, la storia della Marineria Apuana;
– La realizzazione con il contributo dei cantieri nautici presenti in loco, delle imprese locali e il contributo tecnico-scientifico dell’Istituto Nautico (e non solo) di un modello in scala reale di navicelload uso didattico e turistico;
– Lageolocalizzazione, con codice QR, tutti i luoghi storici di Marina di Carrara ed in particolare di quelli inerentila marineria apuana accompagnati da un’adeguata cartellonistica in italiano e in inglese.

Su queste proposte possono essere coinvolti non solo gli studenti del Nautico ma anche quelli dell’Tecnico Turistico “Einaudi” (geolocalizzazione) e “Abbigliamento e moda” (vele). «Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro»: così lo scrittore cileno Luis Sepúlveda sottolineava lo stretto legame che esiste tra il passato, custodito dalla memoria, la comprensione del presente e, quindi, la costruzione del futuro. Questo è stato l’intendimento della professoressa Arianna Borghini, docente di Italiano e Storia del Nautico, promotrice della conferenza.