foto di Silvia Meacci
Hanno portato i cinghiali in piazza. Armati di cartonati raffiguranti gli odiati animali, gli agricoltori toscani, partendo da Palazzo Strozzi Sacrati, sede della regione toscana, hanno percorso le strade del centro di Firenze per denunciare l’emergenza devastazioni. “Noi seminiamo, loro raccolgono!” era scritto sui cartelloni. I cinghiali e altri animali selvatici come caprioli e daini, sono sempre piu’ percepiti come un pericolo, il 58 per cento dei cittadini li considera una minaccia, per la sicurezza stradale e per la salute con il rischio di diffusione della peste suina che incombe sulle imprese della trasformazione e sul turismo. “Fra un po’ i burocrati della regione e anche gli ambientalisti andranno in vacanza”, ha detto un manifestante, “noi invece, non possiamo farlo perché dobbiamo stare sui terreni a proteggere le nostre colture che altrimenti saranno deturpate dalla massiccia e incontrollata presenza dei cinghiali. Chiediamo un cambio di passo, un piano straordinario di abbattimento e di controllo”. Ogni anno, in Italia, i danni diretti e indiretti causati da 2,3 milioni di animali selvatici lasciati liberi nelle campagne, ammontano a circa 200 milioni. Dopo i recenti cortei in Umbria, Lombardia, Calabria, Emilia Romagna e Abruzzo, la Coldiretti ha organizzato le manifestazioni del 4 luglio simultaneamente in Toscana, Piemonte e Puglia, regioni molto colpite dal problema.
“Uva, mais, cereali e frutta sono minacciati, viviamo nell’insicurezza continua e non possiamo mai perdere di vista i nostri campi” ricordano i manifestanti, “e dalla pandemia la situazione è peggiorata”. Le produzioni vengono danneggiate a volte del 50 per cento e le devastazioni scoraggiano i contadini dal seminare in terreni, ancora vergini e con potenzialità produttive, adiacenti ad aree boschive. Prossimamente sono previste mobilitazioni in altre regioni. Gli agricoltori attendono adesso risposte pronte e concrete che gestiscano il contenimento della fauna selvatica, facendo applicare le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno.