prima parte
Diari Toscani incontra Loretta Gloria Cavallin, nata a Chiarano, comune in provincia di Treviso, nel quale vive durante l’inverno, mentre in estate vive a Cavallino, anche se si definisce nomade, perché le piace viaggiare e muoversi per vedere sempre luoghi nuovi.
Loretta, quando ha iniziato a dipingere?
Fin da piccola: amavo molto disegnare e scrivere poesie, tanto che, quando frequentavo le scuole medie, invece del tema in classe, scrivevo una poesia. Fortunatamente i professori assecondavano queste mie attitudini. La cosa più strana è che poi alle superiori ho scelto di studiare ragioneria pur non piacendomi la matematica, ma niente succede a caso. Durante il mio percorso di vita ho incontrato ripetutamente i numeri, finché ho capito il perché. Sono appassionata di numerologia sacra, ho iniziato a studiarla quindici anni fa e ancora la studio.
Qual è il suo obiettivo, inserendo la simbologia nei suoi dipinti?
La simbologia, così come la numerologia, possono essere usate sia in positivo che in negativo. Nelle mie opere io porto luce, positività, amore; combatto e lotto per questi ideali: dare dei messaggi. Se parliamo della donna, nei miei dipinti rappresento i vari archetipi, e ogni talento che ognuna di loro elargisce.
Loretta, lei utilizza una tecnica particolare…
Uso la stratificazione che amplifica il messaggio che voglio portare. Posso fare anche quadri personalizzati in base al karma della persona.
Cos’è per lei la luce?
La luce è amore: questo è il mio tema costante, infatti io dico: la luce è la via e il colore è lo strumento. Sono sempre stata curiosa fin da piccola: le foto non le guardavo mai dritte, le capovolgevo, così facendo trovavo sempre qualcosa di meraviglioso che altrimenti non avrei visto. Quindi ho un’ottica diversa dalle persone che hanno una visione globale, cerco di vedere quello che gli altri non vedono e di trovare delle verità diverse. Nel mio dipinto L’infinito il mio messaggio è di non accontentarsi dell’orizzonte, ma di cercare l’infinito che non è così lontano perché è molto vicino a ognuno di noi, basta liberare l’anima e nutrirla di luce e colore.
Lei ha un’attenzione particolare per le donne e per il mondo femminile, perché?
Ho iniziato dipingendo donne, poi ho proseguito il mio cammino artistico anche con altri soggetti. Ho una convinzione, e in seguito ne ho avuto la certezza, che tutto quello che io anticipo, poi succede. La donna è l’anima per eccellenza, è più profonda, non perché sia più bella dell’uomo, ma perché è più sensibile e il cuore è un’arma… Nel 2021 ho dipinto la Donna Guerriera, e la sua arma è il cuore, che è più forte del cervello. Se tutte le donne si unissero potrebbero riscrivere il nuovo Risorgimento. Purtroppo non ne siamo pienamente consapevoli, saranno le donne a riscrivere la storia e, ripeto, non perché migliori degli uomini, ma perché hanno il cuore di una madre creatrice.
Se fosse dato più potere alla donna, secondo lei, ci sarebbero meno guerre?
Sì, perché è madre e quindi ha una sensibilità maggiore. Dobbiamo però fare una precisazione: in ciascuno di noi sono presenti femminile e maschile, c’è la dualità. La donna ha dei poteri che l’uomo non ha, non voglio sottovalutare l’uomo, anzi, assolutamente. Non sono femminista, non me ne voglia qualcuno, ciò che io vorrei è che venissero ridati i poteri delle donne alle donne e che gli uomini si assumessero le loro responsabilità. La donna è importante in quanto ha dei poteri che purtroppo con l’andare del tempo non ha più usato, e dovrebbe essere venerata come una dea, dovrebbe essere amata: è madre, è guaritrice, è veggente, è una curandera. Nel passato quelle che usavano questi poteri venivano chiamate streghe e bruciate.
Loretta, attraverso i suoi quadri lei comunica tutto ciò che mi ha appena detto, quindi c’è una correlazione fra arte e comunicazione?
Sì c’è, ed è molto forte perché ogni archetipo di donna ha un messaggio da portare. Ognuna di esse è forte, con un’autostima molto alta. Un piccolo inciso, oggi molte donne non hanno grande autostima, perché non sono consce del potere che hanno e non sanno quale sia la loro missione sulla terra. La comunicazione nei miei quadri è negli occhi di queste donne, sono tutti molto penetranti, ti parlano, ti dicono: tu cosa stai facendo? Le faccio un esempio, sempre sulla Donna Guerriera: l’ho portata dove c’era il primo soccorso di un ospedale di guerra durante la prima Guerra Mondiale, sul Montello nel Piave, dove i nostri partigiani hanno combattuto per salvare la patria. L’ho portata lì come provocazione per dire: «Guardate, cosa state facendo? Avete un potere immenso, con l’unione possiamo combattere tutto quello che sta succedendo adesso: i femminicidi, e tutta questa pazzia collettiva.» Il messaggio della Donna Guerriera è spronare le donne a unirsi con il cuore, è così che noi tutte riusciremo a superare tutte queste brutture. La Donna Guerriera accudisce i bambini, i bambini non devono essere toccati!
Creare il mondo della suggestione fantastica dei sogni per mezzo di allusioni simboliche è opposto al realismo e al naturalismo. Da dove è nato questo desiderio?
Non posso dire tutto ciò che penso perché potrebbe essere troppo difficile da capire e potrebbe sembrare falso, il mio compito è quello di seminare attingendo dal sogno, dalla realtà e dalla fantasia. Cerco di far capire anche a coloro che possono essere scettici, chi vuol capire capirà. Lancio il seme che germoglierà e questo avverrà quando i tempi individuali saranno maturi.
continua…