Mancano poche puntate alla chiusura della rubrica “Questa non è l’America” e mentre scrivo queste righe Ivan Grave è con i ragazzi della band in giro per l’Italia, perché è iniziato il tour promozionale del loro primo album. La Faida chiama e il pubblico risponde. La musica è peggio di un comizio politico quando ci si mette, specie se, come in questi casi, ha qualcosa da dire. Non si urla per il gusto di urlare, ma per portare avanti messaggi, idee e sensazioni. L’estate seppur a singhiozzo sta iniziando e di conseguenza la musica si farà più forte nelle piazze, nei locali che amano far suonare le band all’aperto, davanti al mare o in città. È il periodo migliore dell’anno per questo tipo di arte e sarà il periodo migliore per la Faida: i ragazzi potranno raccontare il loro album con più spazi e libertà. Non temete, per ancora qualche puntata, Courson & Grave proveranno a deliziarvi con viaggi all’interno del mondo del rock, un mondo fatto di persone che non possono sacrificare la loro indole in nome di niente e nessuno. Il rock non passa di moda, perché non è una moda, è un modo di vivere l’esistenza. Contro tutto, contro tutti e a volte contro se stessi, dal palco a chi sta sotto, ciò che si crea è un unione di sensazioni. Il rock ha il privilegio di far sparire le paure, è in grado di creare un mantello di forza invidiabile. Mentre scrivo queste righe, qui, in Sardegna, la mattina sembra che sia arrivata l’estate, poi arriva una nuvola nera e tutto sembra spegnersi, oppure avviene esattamente il contrario. La sorpresa, l’inaspettato. Così fa un certo tipo di musica, per cui resti perplesso e affascinato. Così ho visti molti, quando, per prima volta, hanno sentito live la band sardo-campana “La Faida”, e questo è stato uno dei motivi che mi ha spinto a scrivere di loro, del loro sound e della scrittura tagliente di Ivan, cantante del quale tanto dovrebbe capirsi in questa rubrica. Quando pensate che intorno a voi ci sia il silenzio non illudetevi, se fate attenzione sentirete in lontananza una chitarra, un basso, una batteria e una voce che racconta, dovrete solo alzare il volume.
Non esiste buio che non possa esser illuminato, porta blindata che non possa esser distrutta, non esiste sofferenza che non possa esser liberata e trasformata in lacrime di gioia.
E se vi va di ascoltare, ecco il link all’album “Questa non è l’America”: