• Ven. Giu 2nd, 2023

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Scappare via veloce per non potersi guardare dentro

DiGrave e Courson

Apr 21, 2023

Pensiamo a quando organizziamo una festa, per esempio per il nostro compleanno. Quanto durano i festeggiamenti? Qualche ora? Un giorno? Ecco: ora catapultiamoci negli anni ’80 e prendiamo atto del fatto che c’è stata una festa durata ben dieci anni. Un party sfrenato e continuo, a cielo aperto, per le strade di Los Angeles, nei suoi locali, densi di rock ed eccessi di ogni genere. Un turbine di spensieratezza che sembrava non finire mai. Poi uno tsunami: arriva la voce di Seattle, una voce scontenta e straziata che interrompe la festa, un’inaspettata onda che spegne i lustrini del glam e dell’hair metal. Arriva il grunge. Cosa fa Ivan Grave, cantante e compositore della band della Faida quando il suo orecchio e la sua anima si posano sul genere musicale grunge degli anni 90? Si tiene lontano, ha quasi paura. Gli occhi di Kurt Cobain, Chris Cornell, Layne Staley fanno paura a Ivan, quando li guarda: in quegli occhi ci si rivede. Quella parte difficile e solitaria, rende difficile l’ascolto delle loro canzoni, l’angoscia diventa padrona e fa scivolare Ivan nei suoi angoli bui.

Personalità come quella di Staley possono esser consolatorie, ma possono far paura. Ivan rifiuta Kurt Cobain e i Nirvana, lo toccano troppo, e come lui stesso dice “si ha paura di ciò che più ti rappresenta”.

Il mondo del grunge si auto-cura nella maniera più accessibile: la droga. Non c’è la consapevolezza di altre vie d’uscita per l’instabilità emotiva: siamo negli anni novanta. Anime sensibili, precarie, divorate da sostanze che annullano l’io, nonostante la continua ricerca di salvezza. Una tragedia epocale. Chi è rimasto vivo? Nessuno, solo i Pearl Jam. Per il resto solo suicidi, overdose e presunti omicidi. Il buio. Ivan, alla sua maniera, cerca sempre di star bene. Così dice, per lo meno. Forse, spesso, non guarda in faccia la realtà e scappa più veloce, per paura di guardarsi dentro, ma di certo reagisce in modo da non finire in una via senza ritorno. Forse l’indole della musica grunge potrebbero trainarlo e farlo sprofondare e cadere. Ognuno reagisce alle cose a modo suo, non tutti trovano in alcune arti una distruzione catartica e consolatoria. Per lo meno, Ivan non riesce con il grunge. Un movimento necessario: sappiamo tutti che la festa non può continuare per sempre. Quanto può durare un compleanno? Deve pur esserci una fine, esattamente come ci sarà un nuovo inizio. Deve pur esserci un momento, in cui appendiamo gli abiti di scena, di quel teatro che è la vita, e parliamo con noi stessi.

Siamo nel 2023 e ora è tutto più chiaro. Tra gli anni ‘60 e ‘70 la musica è forte ribellione contro la guerra in Vietnam, per esempio, contro lo differenze di genere. Una richiesta di pace. Negli anni ’80 la festa, lo svago, donne e uomini che vibrano senza regole e senza paura delle conseguenze. Gli anni ’90 lo schiaffo della disillusione, la presa di coscienza del marcio che divora l’essere umano. Oggi, nel 2023, la musica si regge sul suo passato, un passato intrinseco in tutti noi. Una cosa è certa, da sempre, dal momento in cui è nata ad oggi e vale anche per la Faida:  quando la musica decide di lanciare un messaggio lo fa in nome di un’unica cosa importante, la libertà.