Nasciamo tutti con pregi e difetti. Qualcuno nasce con una predisposizione individuale e innata: quel tipo di spinta che, a prescindere da tutto, ti fa andare in una direzione e non in un’altra. In tanti casi, possiamo parlare di vocazione. Il medico, di norma, sa da sempre che quello sarà il suo mestiere, dovrà studiare e raggiungerà l’obbiettivo. Non tutto però si impara sui libri: esistono delle doti personali e suggestive, che solo alcuni prescelti hanno.
Il magnetismo dell’artista per esempio, non è una tecnica costruita e affinata nel tempo, ma è un qualcosa di spontaneo, reale e autentico. Il mestiere dell’artista è indagare su se stesso, riuscendo così far breccia negli stati d’animo del prossimo.
Durante l’estate del 2022, ero a Milano con la Faida e, durante un concerto della band, ricordo che una ragazza tra il pubblico mi disse: “Quando sento alcune loro canzoni penso che stiano parlando di me”.
Un timbro vocale che graffia e testi che arrivano come proiettili, a gran velocità, e restano impressi: ecco i tratti salienti di Ivan. L’ impatto sugli altri si ha, quando si sa comprenderli: solo in questo modo il messaggio arriva. Mentre Ivan faceva ordine, raccontandomi la sua storia, abbiamo sentito l’esigenza di leggere il più possibile, in particolare le biografie di artisti iconici.
Esiste un libro che più di tutti ha assunto un effetto catartico su entrambi, un libro che a cadenza regolare necessita di esser letto : “The Heroin Diares” di Nikki Sixx ( Castello editore & Chinaski).
Nikki Sixx è il bassista e fondatore dei Mötley Crüe e nel suo periodo peggiore, divorato dal vortice della droga, aveva, come unico amico, un diario sul quale annotava le sue strampalate giornate. Che fosse in casa o in tour, Nikki senza pensarci troppo, quotidianamente parlava della sua dipendenza, fino ad arrivare al giorno di Natale del 1987, quando morì per qualche minuto, per poi risuscitare. Dopo tanti anni, ormai disintossicato, il bassista dei Mötley Crüe, trovando i suoi diari dentro un vecchio scatolone, prese la decisione di pubblicarli, guardando in faccia con coraggio quel buio, che per tantissimo tempo lo aveva avvolto.
“The Heroin Diares” è un’opera che ha permesso ad un’artista determinato, fragile ma indistruttibile, di riscattarsi, donando vicinanza e aiuto a chi combatte contro il demone della droga. Ma non solo, la sua decisione di non censurare il suo inferno, è un aiuto per chiunque, perché tutti, in un modo o nell’altro, almeno una volta nella vita, ci troviamo davanti ad un precipizio.
Se c’è una caratteristica evidente nel cantante della Faida è la determinazione. La lettura dei diari dell’eroina, per Ivan, è stata un’ esperienza molto interessante e non poteva che commentarla così: “Nonostante ciò che stava attraversando, la dedizione nei confronti della musica di Nikki e il suo perseverare, mi hanno fatto capire di non essere il solo, e io, a mio modo, sto raccontando la mia storia affinché chi legga possa sentirsi meno solo. È proprio vero: ognuno incontra il suo precipizio e la mia vita ci ha sempre ruotato intorno. Non mi fa paura, quando sono sul palco mi ci specchio e vedo me riflesso. Quello che vedo lì è l’Ivan della vita normale, non è l’Ivan che sta sul palco. Ci parlo, cerco di fargli capire che sul palco non ho nulla da perdere, dò il massimo, come se dovessi morire domani. L’altro Ivan invece pensa a cosa può perdere, vittima delle problematiche quotidiane.
Ho capito che sul palco posso avere il potere di urlare. Non voglio darmi arie e non voglio seguire nessuna moda. Io grido perché ne ho bisogno, perché sul palco sono me stesso, vorrei che le mie parole entrassero nelle vene di chi ascolta, come una droga. Tutti abbiamo bisogno di urlare, è giusto che chi urla con l’arte lo faccia onestamente, spogliandosi di tutto. Mi sento di urlare anche per chi vorrebbe farlo e non lo può fare.”
Sul palco il muro di Ivan sparisce, si sgretola, mentre nella vita di tutti giorni non è così, ma oggettivamente c’è una forza in lui che tenta di unire la sua doppia vita.
Le pagine di “Heroin Diares” le abbiamo scorse via veloci e Ivan, riflessione dopo riflessione, ha scritto un nuovo testo. Erano le 11.11 di un giorno qualunque ed era nata “Rosario di Perle”, una nuova canzone, una riflessione sulla paura del futuro, su quanto può far tremare il proprio sogno e su quanto sia importante guardare in faccia tutto di sè, passato compreso.
Link al brano https://youtu.be/hvWdA0Og2nU