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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

La persecuzione dei cristiani negli altri continenti

DiStefano Guidaci

Gen 16, 2023

Al fine di rafforzare la mia denuncia sui cristiani perseguitati, mi preme fare un breve accenno al continente asiatico: la situazione peggiore continua a essere quella dei cristiani della Corea del Nord, dove il divieto di culto è praticamente totale.

In Sri Lanka sono i nazionalisti hindutva e i buddisti singalesi a perseguitare i cristiani con il favore delle autorità: di sovente, sono le forze dell’ordine stesse a interrompere le funzioni religiose e ad arrestare i fedeli che vi partecipano.

In India l’estremismo indù è responsabile dei sempre più frequenti casi di intolleranza nei confronti dei cristiani e delle altre minoranze, con il sostegno dello stesso partito nazionalista indù al governo.

In Cina le autorità hanno aumentato la pressione sui cristiani, mediante arresti indiscriminati, chiusura forzata delle chiese e uso di sistemi di sorveglianza oppressivi. 

Purtroppo la condizione delle minoranze cristiane è diventata pressoché disperata in Afghanistan, dopo il ritorno al potere dei talebani, che impongono una interpretazione rigida della shari’a, la legge islamica. Meno grave, ma estremamente seria, è anche la posizione della piccola minoranza cristiana nelle Maldive dove le autorità, addirittura, rifiutano la cittadinanza a chi non è musulmano. È però il già citato stato nigeriano a possedere il triste primato dei cristiani uccisi: circa 7.600 tra gennaio 2021 e giugno 2022, per lo più vittime dei due gruppi jihadisti del paese, Boko Haram e Iswap; ma, come già detto, in tutto il continente, con poche eccezioni, i cristiani sono sotto la minaccia dell’estremismo islamico, che ha conquistato territori d’azione anche nel Sahel e in Africa sub sahariana. Dal 2017 è penetrato anche nel nord del Mozambico, insediandosi e reclutando al jihad centinaia di giovani di fede islamica. In tutto il continente, inoltre, l’odio nei confronti dei cristiani si sovrappone alle divisioni tribali e le rafforza: è il caso degli scontri armati tra pastori musulmani e agricoltori cristiani nelle regioni centrali della Nigeria e nella Repubblica Centrafricana.

Sfortunatamente, in Occidente, coltiviamo una diffusa percezione culturale errata, che continua a negare o far finta di non vedere che i cristiani rimangono il gruppo religioso maggiormente perseguitato. E questa è la parte, forse, maggiormente complicata ed amara del problema.

Personalmente ritengo che, oltre che della chiesa stessa, sia dovere, in primo luogo, di ogni cristiano come me e delle organizzazioni umanitarie, far conoscere questa situazione alla pubblica opinione, ai mass media e ai rappresentanti delle istituzioni che possono intervenire in loro aiuto. Le comunità sofferenti hanno bisogno di persone che parlino per loro. Perché le uccisioni si fermino, è necessario che più organizzazioni, quali l’UNU e l’UE, proclamino la verità su ciò che sta accadendo ai cristiani in tutto il mondo, altrimenti resteranno per sempre perseguitati e anche dimenticati.