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Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Il Codex Vindobonensis 324 e il mondo antico. Quella sottile linea rossa (quarta parte)

DiGian Luigi Telara

Dic 19, 2022

A che si riferisce questo titolo? Non certo al film omonimo, né alla Battaglia di Balaklava, il romanzo di Kipling. Allora vediamo. Su una delle vie di collegamento transappenniniche citate, la “strata” Arretium-Bononia, erano collocate due vie, le “Flaminie”, i cui nomi erano la “Minor” e la “Militare“, con quest’ultima che fungeva come la “variante di valico”, tipo quella della Firenze-Bologna, rispetto alla prima. Da Arezzo si arrivava comunque a Claterna, tra  Bononia e Forum Cornelii (Imola). Claterna era un’importante tappa tra  queste  due  colonie, in quanto si trovava ad  una  giornata  di  marcia delle legioni per entrambe le destinazioni. Dico questo perché, nella Tabula Peutingeriana,  la comunicazione tra Bononia e Claterna è indicata, in parte, dalla presenza del fiume Isex ( Idice), che è contrassegnato  da  una sottile linea rossa che accompagna la linea nera, il segno che raffigura più propriamente il corso del “flumen”. Questa riga rossa non accompagna il corso di tutti i “flumina”, ma solo di alcuni, e sul suo significato vanno fatte alcune specificazioni in merito. Come detto, il colore rosso nella Tabula Peutingeriana indica, in linea generale, i percorsi terrestri, le vie di comunicazione. In questo caso si tratta di fiumi, ma non necessariamente quelli navigabili. Infatti, sono così segnati anche fiumi a carattere torrentizio o che si trasformano in  rigagnoli o persino secchi in alcune stagioni. Quello che appare, invece, evidente è che lungo questi “flumina” di colore nero (marrone scuro) esistevano vie di percorrenza, come evidenziato anche da reperti archeologici, costellati da paesi abitati, magari non indicati, perché non importanti per il viaggiatore. Di sicuro, dunque, queste linee rosse garantivano una viabilità lungo gli “itineraria”. Questo dettaglio induce a considerare la differenza di due termini, uno è “flumen” e l’altro è “fluvius”. Mentre il primo designa “le acque”, per la Tabula Peutingeriana, la dicitura “Fl”, per i fiumi con la linea rossa, sulla base delle certezze derivate dal tratto descritto dal fiume Isex, induce a ritenere che si trattasse di “fluvii”, termine con cui i latini intendevano nominare i percorsi fluviali con insediamenti umani e strade. Questa differenza di terminologia latina la si conosce grazie a Isidorus Hispalensis, teologo vissuto a Siviglia a cavallo dei secoli VI e VII, che scrisse, nel 636, quella che si può considerare come la prima enciclopedia occidentale, un’opera dal titolo “Etymologiae o Origines“, nota anche come “Etymologiarum sive Originum libri viginti”. In italiano la sfumatura che distingue un corso d’acqua da un fiume abitato lungo le sponde si è persa e non ha lasciato traccia neppure nel dialetto apuano.

“Dixit Isidorus in hoc modo:  “DE FLUMINIBUS. Fluvius est perennis aquarum decursus, a fluendo perpetim dictus. Proprie autem flumen ipsa aqua, fluvius cursus aquae. Prius autem flumen quam fluvius, id est prior aqua quam decursus.” (Estratto da Bibliotheca Augustana, Etymologiarum libri viginti).

Secondo Bosio “L’abbreviazione da sciogliersi in flumen, solitamente segnata in nero, segue il nome e si riferisce normalmente ad una sosta stradale, mentre fluvius indica un corso d’acqua di importanza rilevante a fini strategici, economici o amministrativi” . Questa “sottile linea rossa” è presente nella Tabula Peutingeriana che si riferisce alla  zona apuana, ed è in questo senso che la Tabula va interpretata, soprattutto per quanto riguarda i passaggi transappenninici, che non sono altrimenti raffigurati. Questo contrasto con l’apparente assenza di questi tracciati transappenninici sulla   Tabula Peutingeriana può essere spiegato nel senso che i fluvii garantivano il passaggio, senza necessità di ulteriori segnalazioni con indicazioni lungo il percorso. A questa annotazione va aggiunta un’ulteriore apparente incongruenza. Oltre alla mancata corrispondenza geografica tra fascia adriatica e fascia tirrenica, i fiumi descritti nella  Tabula Peutingeriana riferiti alla area carrarese, sono stati identificati in maniera diversa dai vari studiosi. In pratica, a parte pochi fiumi il cui nome è indubitabilmente corretto,  a volte non si sa neppure di quale fiume si tratti.

Prima parte

Seconda parte

Terza parte