• Ven. Apr 19th, 2024

Diari Toscani

Giornale di cultura, viaggi, enogastronomia e società

Una lunga storia di eccellenza: l’asilo Garibaldi di Carrara

DiVinicia Tesconi

Apr 20, 2022

La partenza fu di tutto rispetto: a tagliare il nastro inaugurale dell’asilo Garibaldi, il 14 aprile del 1872, venne l’onorevole Ferdinando Martini, giornalista e scrittore fiorentino, che fu, nella sua lunghissima carriera politica, anche senatore e ministro delle colonie e dell’istruzione. L’asilo infantile “Giuseppe Garibaldi” era nato per rispondere all’esigenza espressa da molte famiglie della borghesia medio alta carrarese “di sottrarre i bambini ai pericoli fisici e morali della strada”. Il progetto prevedeva la costruzione di un grande edificio destinato unicamente ad accogliere la scuola materna, che fosse assolutamente al passo con tutte le più avanzate mete raggiunte nell’ambito dell’edilizia scolastica. Il bellissimo edificio venne, dunque, costruito nell’isolato, proprio dietro a quello in cui da circa una ventina d’anni, insisteva la scuola elementare maschile Aurelio Saffi e venne realizzato dando particolare attenzione alle esigenze di igiene, di disciplina e di didattica che venivano applicate nelle scuole più all’avanguardia delle grandi città. I finanziamenti necessari vennero da offerte delle famiglie più facoltose della città, che continuarono negli anni a foraggiare la scuola per garantirne un perfetto funzionamento. Il primo direttore dell’asilo infantile Garibaldi fu Cherubino Binelli, che avviò l’istituto verso l’eccellenza. Nel 1900 l’asilo Garibaldi aveva 130 iscritti e cominciava ad essere conosciuto e rinomato per il suo buon funzionamento. I riconoscimenti ufficiali, tuttavia, arrivarono 25 anni dopo. Nel 1925, infatti, l’asilo infantile Garibaldi vinse il massimo premio nel concorso indetto dal Ministero dell’istruzione e nel 1927 ricevette il pubblico riconoscimento di asilo migliore d’Italia, dall’illustre professore Achille Sclavo, all’epoca Magnifico Rettore dell’Università di Siena, che era venuto in visita proprio al Garibaldi. Agli inizia degli anni ’30, il Garibaldi toccò il suo primo picco di iscritti raggiungendo quota 250 bambini, ma gli anni successivi, con l’affermazione sempre più pesante del fascismo e con l’avvento della guerra, l’asilo vide ridursi notevolmente l’utenza, rimasta addirittura a zero negli anni della seconda guerra mondiale. La scuola perse alunni e rischiò di finire nel degrado e nell’abbandono, tanto che il comune decise di intervenire con alcune opere di ristrutturazione che, tuttavia, non fermarono quello che sembrava, ormai, il percorso di un lento declino. La ripresa e il profilarsi all’orizzonte del boom economico, che farà aumentare tantissimo il numero dei bambini in Italia, resero sempre più necessaria la struttura del Garibaldi e il comune, nel 1956, cominciò a intervenire per renderla migliore e più efficiente, con l’aiuto, condiviso da moltissimi di cittadini, di donazioni private. La scuola era dotata di attrezzature moderne e studiate apposta per i bambini. C’era un programma molto accurato che partiva dal controllo igienico di ogni bambino al momento di entrata, a parti didattiche tarate sulle capacità e i livelli di attenzione dei bambini, a gioco libero nell’antistante giardino o nel salone interno dove veniva praticata anche la ginnastica. C’era anche una stanza che fungeva da infermeria, perfettamente attrezzata affinchè il medico scolastico del comune effettuasse le visite mediche di tutti gli allievi due volte l’anno. Infine c’era una cucina e un refettorio nel quale veniva servito, ogni giorno, un pasto caldo “il più possibile variato”: per moltissimi bambini l’occasione certa di essere sfamati. L’asilo restava aperto fino alle 16, quando i bambini venivano restituiti alle famiglie. La struttura sita tra via Sarteschi e via Solferino, era a due piani collegati da un imponente scalone. Le aule erano molto grandi e con i soffitti altissimi e c’erano spazi adibiti a attività specifiche. Le stesse aule del piano terra si ripetevano anche nel piano seminterrato che aveva finestre in alto al livello della strada. La parte sotterranea fu la prima a cadere in disuso, essendo adibita, in seguito a locale per la cisterna del gasolio per il riscaldamento e a deposito di mobili e strutture non più in uso. Dopo il boom degli anni sessanta-settanta, quando tutte le aule del Garibaldi esplodevano di bambini, si ridussero gli spazi di competenza dell’asilo al solo piano terra che è quello in cui, ancora oggi, e con la stessa professionalità di tutta la sua storia, prosegue il cammino la scuola dell’infanzia Garibaldi: l’asilo di Carrara.

© Foto Archivio Michelino