Lo scopo è verificare l’importanza della presenza del lupo nell’ecosistema delle Alpi Apuane ed anche il suo eventuale ruolo nella conservazione delle specie vegetali: è questo l’oggetto di ricerca dello studio finanziato dal Parco delle Alpi Apuane e dall’università di Pisa che si sta svolgendo in questi giorni. Il percorso è coordinato dal professor Alessandro Massolo dell’unità di etologia, dipartimento di biologia dell’università di Pisa, in collaborazione con il professor Giovanni Argenti e la dottoressa Maria Ponzetta del dipartimento di scienze e tecnologie agrarie, alimentari ambientali e forestali (DAGRI) dell’università di Firenze per la parte relativa ai rilievi sulla vegetazione. Nello studio sono coinvolti anche il comando guardiaparco, i tecnici faunistici del Parco delle Apuane e gli studenti delle università di Pisa e di Firenze. Tra questi, due studenti residenti nell’area protetta: Luca Petroni, titolare di una borsa di dottorato cofinanziata dall’università di Pisa e dall’Ente Parco e Luca Natucci, tesista magistrale in conservazione ed evoluzione.
“L’obiettivo del progetto – ha spiegato il professor Alessandro Massolo – è studiare gli effetti regolatori del lupo sulla catena trofica dei mammiferi e come questi si riverberano anche sulle componenti vegetali”.
Uno dei focus dello studio sono i “top-down effect” dovuti alla presenza di un “top-predator” come il lupo sulle Apuane, e poi anche il ruolo ecologico che questo predatore riveste. “Nelle Alpi Apuane – ha aggiunto il professor Alessandro Massolo – il lupo preda specie quali cinghiali, caprioli, mufloni, cervi, daini e capre rinselvatichite. L’effetto top-down è un effetto regolatore dei predatori su predatori più piccoli ma soprattutto sui popolamenti di prede. Può ridurne la densità, modificarne l’uso dello spazio e i ritmi di attività, oltreché alterare le relazioni di competizione diretta e indiretta tra le specie preda. A cascata, questi cambiamenti possono causare quindi un ridotto o differente impatto sulle specie vegetali e indirettamente anche sul suolo e sugli organismi in esso presenti. Lo studio si propone quindi di valutare se, e in che misura, tale effetto top-down sia riscontrabile sulle Apuane”.
“Sono nato e cresciuto ai piedi delle Apuane e spero che questo progetto ci permetta di migliorare le conoscenze degli ecosistemi e delle interazioni che li plasmano, e che il nostro lavoro aiuti a far conoscere alle persone altri aspetti di un territorio straordinario” ha dichiarato Luca Petroni, vincitore del Bando di dottorato per l’università di Pisa che si dedicherà a questo progetto
Per svolgere l’indagine, il territorio del Parco è stato suddiviso, tramite una griglia quadrata con lato di tre chilometri, in 52 celle. In ciascuna cella è stato individuato un percorso fisso di due chilometri, lungo i quali raccogliere dati su segni di presenza indiretta (come feci e tracce) di lupi, volpi, mustelidi, ungulati domestici e selvatici, e un sito in cui collocare una fototrappola per il monitoraggio diretto della presenza di queste specie allo scopo di valutarne l’attività giornaliera e la loro distribuzione all’interno dell’area di studio. Inoltre, sempre usando la griglia come riferimento, sono stati individuati 13 siti in cui si è riscontrata regolare attività di marcatura fecale da parte di lupi, e una ventina di siti (punti di vantaggio) da cui condurre rilevamenti degli ululati indotti e spontanei dei lupi. Nei siti di marcatura si sta conducendo la raccolta di escrementi di lupo con cadenza bi- o tri-settimanale, mentre dai punti di vantaggio si conducono rilevamenti sulla frequenza e localizzazione di ululati indotti tramite stimolazioni (wolf-howling) o spontanee (usando microfoni ambientali) per identificare branchi riproduttivi. Infine, in alcune aree verranno effettuati rilievi sulla vegetazione silvo-pastorale per valutare l’impatto degli ungulati, in termini di prelievo della biomassa e di eventuali danni presenti.
“È importante – ha concluso il professor Alessandro Massolo – che il progetto sia condiviso e supportato, coinvolgendo i residenti del parco”.
Gli studiosi hanno voluto ricordare che, anche un esemplare di lupo investito da traffico stradale, potrebbe fornire indizi importanti e materiale per la genetica.
Per questo il Parco ha rivolto a tutti un invito a comunicare ai ricercatori tutte le informazioni in merito.
Per informazioni e segnalazioni di avvistamenti diretti o invio di fotografie e video interessanti, contattare i ricercatori coinvolti all’università di Pisa alessandro.massolo@unipi.it; luca.petroni@phd.unipi.it.